Sì, il terrorismo vuole colpire al cuore la Tunisia facendo leva sulla paura dei turisti, che contribuiscono non poco all'economia del Paese. E turismo vuol dire accoglienza, vuol dire dialogo, vuol dire apertura. Quell'apertura che ha portato a inserire la parità di diritti tra uomo e donna all'articolo venti della nuova Costituzione. Parità sancita o parità acquisita? In Italia le donne hanno cominciato a votare solo nel secolo sorso e gli uomini ancora storcevano il naso. Quindi, tempo al tempo. L'importante è che la carta fondamentale si sia tinta di rosa.
Partendo dall'assunto che tutti abbiamo paura, dobbiamo pensare che è il terrore a temere più di tutti gli altri. E il terrore teme le donne. Le compra, le assoggetta, ne fa merce di scambio, le usa per il sesso e poi le giudica impure. Non che tutto questo non succeda anche altrove. Basti pensare a uno dei violentatori indiani che, dopo aver ucciso una ragazza durante uno stupro di gruppo, ha affermato: "Se non si fosse ribellata, ora sarebbe viva". La differenza è che costui è stato condannato a morte, mentre per un miliziano dell'Isis è normale fare sesso con una minorenne contro la sua volontà. Non può picchiarla per diletto, ma può farlo per punizione. Parola di califfo. Eppure, lo stato islamico corteggia le donne, quelle occidentali, per farne delle combattenti, soldatesse di Allah a volto coperto. Quale sia la ragione che porta una donna libera a scegliere la schiavitù, è per ora incomprensibile. Come confusa è l'equazione che lega l'estremismo alla sottomissione muliebre. Anche perché, secondo il versetto, cosiddetto uno, del Corano, Allah ha creato uomini e donne da una stessa anima. Questo basterebbe per molti imam a dimostrare la pari dignità dei sessi. Comunque, senza divagare, come mai il terrore ha paura delle donne? Perché non le conosce. C'è mai stato un dialogo fra i terroristi e le donne? Hanno mai guardato oltre la rete del burqa, dentro ai fori del niqab? E' così difficile il confronto con l'altra metà del cielo, che è meglio ignorarla riducendola a un'entità invisibile? E perché con le foreign fighters cambia tutto? Cosa dicono loro per indurle a seguirli nel cammino folle della jihad? Come riescono a conquistarle se a casa non hanno argomenti se non il comando? La rete li rende arditi e la vicinanza fisica li blocca a tal punto che il velo integrale li rassicura? Ma l'interrogativo più inquietante è: perché anche le foreign fighters, che sono un quinto della forza dell'Isis di origine occidentale, odiano le donne?