Mentre si avvicina la riunione dell'Eurogruppo il prossimo ventiquattro aprile, mentre i vertici della Commissione cercano di fare pressione su Tzipras perché scarichi l'ala più estrema della sua coalizione, mentre Bruxellles preme perché la Grecia dia un'accelerata sulle riforme, Grexit rimane uno spauracchio. Ma loro si scrutano, si stringono la mano, sorridono a denti stretti e sembrano pure sinceri. Così diversi, così simili. Il direttore genrale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, e il ministro greco della finanze, Yanis Varoufakis, l'una avvocato, l'altro economista, viaggiano su due rette parallele e non sanno di avere tanto in comune, a cominciare dalla vita privata, per entrambi non certo convenzionale. Divorzi, figli e un presente sereno fuori dagli schemi. La prima di destra, il secondo di sinistra, amano l'arte e non disdegnano il classicismo, tanto da ricorrere al latinismo anche quando si parla di alta finanza. Anzi, la promessa di Varoufakis, "onoreremo gli obblighi con i creditori ad infinitum", si è caricata di credibilità proprio con la chiosa cara agli antichi romani. Ma lady euro non è da meno. Forte dei suoi studi di greco antico, ha lanciato una doppia sfida al ministro senza cravatta.
Chissà se si intenderanno meglio analizzando casi e declinazioni degli autori classici, chissà se si incontreranno coniugando prima i verbi e poi gli euro fuori bilancio. Senza la troika di mezzo si sarebbero perfino piaciuti. Le signore sofisticate hanno un debole per i cattivi ragazzi, tanto che la Lagarde indossa anche i giubbini di pelle nera che adora Varoufakis. La differenza la fa la griffe. Diciamo che lui fa la moda e lei la indossa. Lui porta la camicia fuori dai pantaloni e lo zainetto sulle spalle, ma nessuno è mai riuscito a individuare chi li firmi. Lei non esce di casa se non ha al braccio una hand bag di Hermès (Kelly o Birkin) e sulle spalle una giacca di Chanel. Perché lo stile in Europa non si inventa, e nemmeno i conti. Povero Yaroufakis…