Nomadare o sclerare?

A sin, il manifesto di Giorgia Meloni contestato; a destra, Luca 'O Zulù, leader dei 99 Posse

Se i terroristi di matrice islamica perseguitano i cristiani, sgozzano gli innocenti e schiavizzano le donne, sappiamo che hanno avuto cattivi maestri. Se la musica incita alla violenza in un Paese civile (non si sa per quanto), ci chiediamo dove sia l'errore a monte. E' bastato un manifesto sui rom del segretario di Fratelli D'Italia, Giorgia Meloni, perché l'anima ribelle antifascista del gruppo 99 Posse venisse fuori per ricordare una delle pagine più buie della storia d'Italia: piazzale Loreto. La demagogia da un lato, la replica brutale dall'altro. L'una dice: "Se sei nomade, devi nomadare". Gli altri rispondono: "Se sei fascista, devi penzolare". Il curriculum della band napoletana ci dice che il gruppo di Luca 'O Zulù non è nuovo a queste esternazioni ai limiti della legalità, tant'è che annovera alcuni concerti annullati perché considerati socialmente pericolosi. Senza contare le aggressioni varie subite, l'ultima ieri a Velletri.

Ma dove sono finiti gli inni all'amore universale? Non si diceva: "Fate l'amore, non fate la guerra?". Oggi dovremmo dire: "Non nomadare e prova a pensare prima di cretinate sparare?". Negli anni Settanta i perbenisti si scandalizzavano, perché il compianto Rino Gaetano cantava "Nel letto di Lucia". Era quella la ribellione contro la società standardizzata.

E in tutto questo, dimentichiamo che in meno di ventiquattro ore i 99 Posse hanno avuto numerosi titoli e articoli, probabilmente più di quanti ne possano contare all'uscita di un singolo. Normalmente, per farsi conoscere ci si misura in un talent. Sempre che la priorità sia la musica e non le barricate. O dobbiamo tornare alla camicia nera contro la bandiera rossa? La storia ci ha insegnato che basta poco per regredire. Che dire: "Avanti popolo…"?