Le primarie del centrodestra in Francia hanno punito l'ex presidente
All'indomani delle presidenziali del 2012, che videro in Francia la vittoria di Hollande, Carla Bruni, in un post, scrisse: "Nicolas me dit qu'il va quitter la politique" (Nicholas mi dice che lascerà la politica). Non era del tutto vero. Questa sarà la volta buona? Forse. Ora c'è l'Isis, ci sono i migranti, ci sono i nazionalisti del Front National che sono molto più agguerriti, ci sono venti di deriva dittatoriale che spirano da est, ci sono i semi dell'antieuropeismo che hanno cominciato a germogliare e arriveranno a maturazione oltremanica.
E, così, la Francia sciovinista si scopre responsabile. Se gli elettori americani hanno votato di pancia, se gli elettori inglesi hanno votato con un piglio nostalgico, gli elettori francesi hanno votato con la testa. E le primarie del centrodestra sono diventate un plebiscito a più colori, a cui hanno partecipato anche i sostenitori del Front e della sinistra. Il risultato del primo turno ha decretato, non l'affermazione di Francois Fillon (con il quarantaquattro per cento contro il ventotto di Alain Juppé), bensì la disfatta di Sarkozy, che ha preso solo il venti per cento dei consensi. La parola d'ordine che serpeggiava, soprattutto a gauche, era: "bloccare l'ex presidente". L'eroe che aveva domato le banlieues, il leader che sognava il ritorno della grandeur, assapora ora il gusto amaro della sconfitta. E' la revanche du collaborateur? (La vendetta del collaboratore). In realtà, il collaboratore (così Sarkó chiamava il suo primo ministro, Francois Fillon) c'entra poco. Se di vendetta si tratta, la firma è tutta popolare. I francesi non hanno dimenticato l'inchiesta sui finanziamenti illeciti, l'affaire Bettencourt e l'attacco alla Libia di Gheddafi, che portò al caos totale della regione, oggi dilaniata dalle guerre tribali e dagli assalti dell'Isis. E chi porta le cicatrici più vistose lasciate dallo Stato islamico è proprio la Francia, che non poteva recarsi alle urne e votare a cuor leggero. In ballo c'è il futuro.
L'endorsement di Sarkozy al ballottaggio è per Fillon, ma il Nicolas national ha lasciato libero il suo elettorato, pregandolo di non consegnare il Paese agli estremismi: "la Francia merita di più". Anche perché, c'è chi giura che da queste primarie uscirà il prossimo inquilino dell'Eliseo e i candidati sono due cavalli di razzza, entrambi ex premier.
C'è ancora chi dice "no" ai politici improvvisati. Qualcuno di buon senso doveva cominciare a pensarci. Che l'esempio della Francia ci illumini.